“Dal fattone esame rimasi convinto che quest’opera riuscire deve di somma utilità non solo alla città di Cagliari, ma all’intera Sardegna. Finché Cagliari difetterà di acqua, il suo porto sarà sfuggito dai naviganti ed il commercio marittimo resterà stazionario. A parer mio questa opera è la più feconda, in utili risultati, la più giovevole all’Isola, che intraprendere si possa nelle attuali circostanze»
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A parlare era, nel 1857, Camillo Benso Conte di Cavour.
Spesso a frasi storiche seguono fatti storici e questo ne è un incantevole esempio, esattamente10 anni dopo, il progetto si tramutò nel primo bacino artificiale realizzato in Italia mediante lo sbarramento del corso d’acqua in valli montane.
 
Il 3 marzo del 1867, 156 anni fa, la piazza di Yenne a Cagliari vide per la prima volta zampillare l’acqua proveniente dal bacino di Corongiu, all’epoca, capace di assicurare una disponibilità giornaliera minima di 4.000 metri cubi di acqua; da quel preciso momento la diga e l’invaso diventarono ufficialmente esecutivi.
 
L’opera dell’ingegner Felice Giordano nata nei monti del territorio del Comune di Sinnai ed ancora oggi attiva, appare ora come un sistema di tre dighe di tipo “gravità”, ovvero strutture massicce generalmente di geometria semplice in pietra e granito in grado di scaricare 30 metri cubi d’acqua al secondo.
 
La dotazione netta per ciascun abitante di Cagliari ammontava originariamente a 57 litri di acqua al giorno, considerando ovviamente che all’ora la popolazione Cagliaritana era inferiore ad oggi.
 
Nonostante il difficile periodo dovuto alla crisi Idrica, la Federbim è convinta che: “Abbiamo bisogno di sentire il profumo del passato per dare il giusto valore al presente”