Federbim, che rappresenta a livello istituzionale centrale i 65 Consorzi BIM affiliati in rappresentanza di 2200 comuni montani su tutto il territorio nazionale, da oltre sessant’anni lavora per restituire il giusto ruolo alle aree montane e alle Comunità che le abitano, promuovendone lo sviluppo socio-economico principalmente attraverso la valorizzazione della risorsa acqua.
Di recente la produzione mensile di elettricità è stata coperta per oltre il 50%da fonti di energia rinnovabile. Nei primi sei mesi del 2016, l’idroelettrico ha rappresentato il 39% della produzione rinnovabile, seguito da fotovoltaico (21%), eolico (19%), biomasse (16%) e geotermia (5%).
Il Convegno “L’Idroelettrico e le montagne – quale modello per il futuro” organizzato dall’Intergruppo parlamentare per lo Sviluppo della montagna alla Camera dei Deputati il 27 giugno 2017, che ha registrato anche il coinvolgimento di Federbim, ha decretato che i nostri territori devono rendersi compartecipi dello sfruttamento delle risorse.
Diciamo Basta! alle iniziative economicamente speculative, che danneggiano ambiente e territorio.
Diciamo Basta! ad una nuova colonizzazione dei nostri territori montani da parte dei grandi player.
Lavoriamo tutti insieme per un nuovo modello di sviluppo, capace di garantire il ritorno al territorio dei proventi derivanti dalle gare per i rinnovi delle concessioni idroelettriche in scadenza, anche nell’ottica del pagamento dei servizi ecosistemici-ambientali che entra finalmente nella legislazione italiana.
Alla luce di questo nuovo contesto istituzionale e di una governance dei territori ancora in definizione, con il passaggio dalle Comunità montane alle Unioni dei Comuni stabilito dalla legge Delrio (56/2014), Federbim lancia un appello alla politica e alla Istituzioni e chiede che:
- per il prelievo forzoso ai territori della risorsa idrica venga riconosciuta la compartecipazione, in percentuale da definire insieme alla Federazione Nazionale dei Consorzi di Bacino Imbrifero Montano, al rilascio delle concessioni da parte degli enti locali, di varia natura (Comuni o Unioni di Comuni), che insistono sul bacino imbrifero;
- nelle more del punto precedente, si riconosca da subito l’aumento del 100% dell’attuale sovra canone a favore dei Comuni situati in un bacino imbrifero (stabilito dalla legge n. 959/53), che dovrà però essere impiegato per valorizzare le seguenti azioni:
• dissesto idrogeologico;
• contratti di fiume;
• efficientamento energetico;
• energie rinnovabili.
Roma, 30 giugno 2017
Carlo Personeni – Presidente Federbim