Grande idroelettrico e territori montani
E’ un legame inscindibile quello tra il grande idroelettrico ed i territori montani poiché solo questi ultimi per la loro orografia garantiscono alle portate d’acqua quel dislivello necessario a far girare le turbine e produrre preziosa energia elettrica necessaria al Paese e profitti alle grandi società concessionarie gravando però di pesanti servitù i territori montani interessati.
Proprio queste grandi società concessionarie stanno attualmente esercitando una forte pressione sul governo al fine di evitare la messa in gara, prevista dalla vigente normativa, delle loro concessioni in scadenza o già scadute, trovando l’appoggio di alcuni deputati di FdI che hanno presentato un ordine del giorno mirato a prorogare tali concessioni usando non il termine proprio di “proroga” ma l’espressione volutamente impropria “rideterminare in aumento la durata delle concessioni idroelettriche di grande derivazione”.
La proroga di tali concessioni, oltre a violare la normativa vigente e a creare monopoli di fatto, avrebbe conseguenze negative per i territori montani sui quali insistono i relativi impianti idroelettrici, come dimostrato dal fatto che i diversi provvedimenti di proroga che si sono già succeduti negli ultimi decenni non hanno dato alcun risultato migliorativo della sicurezza e dell’ecosostenibilità né alcuna ricaduta economica e sociale a favore dei territori montani.
Peraltro, la messa in gara delle concessioni scadute o in scadenza permette non solo di porre a concreto confronto proposte diverse e di selezionarle sia per produttività che per ecosostenibilità, ma anche di prevedere nei bandi di gara misure di sicurezza per gli impianti obsoleti, vincoli a favore dell’ambiente, del paesaggio, dell’irrigazione, della laminazione delle piene, della pesca, del turismo, dei ripristini ambientali come è il caso della rinaturalizzazione del Lago di Cavazzo o dei Tre Comuni, prevista dal Piano Regionale di Tutela delle Acque. Che va attuato!
Inoltre i bandi di gara possono prevedere che i nuovi concessionari finanzino con risorse certe e significative misure di compensazione territoriale a favore dei territori montani che ospitano gli impianti, nonché la partecipazione delle comunità locali alle concessioni secondo la formula della società mista pubblico-privata.
Il tema del grande idroelettrico nella nostra regione riguarda l’impianto del torrente Cellina con concessionario “Cellina Energy” (Edison), l’impianto del torrente Meduna con concessionario Edison EdF, entrambi controllati dalla francese EdF, gli impianti del sistema del Tagliamento con concessionario la multiservizi lombarda A2A controllata dai comuni di Milano e di Brescia. Quindi il grande idroelettrico della nostra regione sta in mani extraregionali, il che deve indurre a una serie di riflessioni.
Ad esempio le Province Autonome di Trento e di Bolzano hanno proprie società a capitale pubblico “Dolomiti Energia” e “Alperia” che, unitamente ad una molteplicità di minori società concessionarie controllate dai Comuni, detengono la gran parte delle concessioni idroelettriche in quelle province. Ciò permette un utilizzo idroelettrico ecocompatibile delle acque che va a vantag